Fine aprile 1945. Il quindicenne mirandolese Valerio Rebecchi è su una jeep alleata per accompagnare un militare americano di colore che gli ha chiesto indicazioni per raggiungere il cimitero militare costruito sul terreno agricolo adiacente alla chiesa di San Martino Carano.
Mirandola 1945. Il racconto dei fatti
Sono gli ultimi giorni del mese di Aprile, le porte delle
case sono aperte, è una giornata di sole che fa pensare alla primavera,le
persone escono sulla strada , cosa che non avveniva da anni.
Gli anni della guerra
non ci sono più, le pattuglie delle brigate nere e dei tedeschi che controllano ogni movimento della strada.
Il 25 aprile ha cambiato all’improvviso, il modo di vivere. A
Mirandola ci sono gli alleati che hanno preso il posto delle brigate nere e dei
tedeschi.
Nella palazzina dell’ asilo delle suore si è insediato un
comando americano; entra nella via una jeep militare guidata da un milite di colore
dell’ esercito americano, che giunto al nostro gruppo, gli abitanti del codominio
di via Francesco Montanari n. 27 chiede in un italiano approssimato per andare
al campo del cimitero alleato, io le dico che è molto vicino. Nella frazione a
poco più di un km: prossimità della chiesa di San Martino Carano, il militare
mi invita a salire sulla jeep, ovviamente per indicargli la strada che à poco
più di un km si trova il cimitero su di
un terreno agricolo, si nota per le tante croci bianche con qualche stella di Davide
.
Certamente il militare sepolto era di religione ebraica, il militare alla guida
alla vista del campo si ferma e dalla jeep osserva con attenzione il campo con
le croci.
Persone che passavano per la strada provenienti da San Possidonio si fermavano per osservare
anche loro questo anomalo cimitero. Chi aveva la macchina fotografica faceva qualche scatto al cimitero con le croci e alla
jeep. Ho chiesto al fotografo testualmente di riprendermi con la jeep.
Il militare alla guida, assolto il suo interesse di arrivare al cimitero, fa inversione e torniamo
sui nostri passi. il giorno dopo, sono ritornato a San Martino Carano,con la
macchina fotografica per riprendere il campo
del cimitero degli Alleati che diverrà poi la prima di copertina della pubblicazione
dello Storico Fabio Montella, unico riscatto: con mio padre e i miei fratelli, era quando
nelle ore notturne ci ponevamo insieme ad ascoltare con il volume molto basso
“radio L’unica rivalsa di tutta la famiglia, con mio padre e i miei fratelli,
era quando nelle ore notturne ci ponevamo insieme ad ascoltare con il volume
molto basso “radio Londra avendo poi l’attenzione di rimettere la sintonia
della radio su di un programma italiano, prima di spegnere.
.. ii Mi sono poi
recato nello studio fotografico di Ennio Marchi di Mirandola
di cui mi servivo abitualmente e ho chiesto della foto foto con la jeep. Questa
foto che ho conservato per tanto tempo
ma che poi non ho più ritrovato, a distanza di 70 anni sul periodico di aprile dell’Ampi
rivedo quella foto che mi fa rivivere
quell’evento io sono in primo piano avevo l’età di 14 anni,. L’emozione è t anta e non è facile descriverla.
Qui la fotografia diventa un documento una testimonianza
importante che merita un primo posto nel
mio sito. Se fino a quella età 14 anni ,
non avevo e non sapevo come pensare a un programma di vita futura,
con la fine della guerra, pur con le tante incertezze, si è
improvvisamente risvegliata la possibilità di programmare un progetto di vita
che riscontravo in coetanei che godevano condizioni familiari e sociali più
favorevoli alle mie. con quel poco di scuola di avviamento commerciale ho
trovato spazio come contabile e poi come
bancario di cui una bella famiglia che con mia moglie e due
figli è stato l’impegno costante della mia vita